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Referendum elvetico e tetto ai frontalieri, interviene Crosio

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Tetti massimi per chi lavora nei cantoni. Ieri la Svizzera ha deciso esprimendosi in un referendum indetto dalla elvetica Udc, formazione di destra, da anni impegnata in campagne contro l’immigrazione e contro i lavoratori frontalieri, di rinegoziare “entro tre anni gli accordi sulla libera circolazione dei lavoratori sul territorio svizzero”. Introducendo limitazioni numeriche e contingenti annuali per gli stranieri che esercitano “un’attività lucrativa sul territorio elvetico”. Limiti che “devono essere stabiliti in funzione degli interessi globali dell’economia svizzera e nel rispetto del principio di preferenza agli svizzeri”. Le nuove disposizioni stabilite dal referendum popolare, che ha visto i favorevoli alla limitazione sui flussi superare per 20.000 voti – 50,3 a 49,7, i contrari vanno a rinegoziare i patti tra unione europea, e Berna.

Sull’argomento è intervenuto oggi il senatore valtellinese Jonny Crosio, da sempre autorevole referente istituzionale sui problemi occupazionali dei frontalieri, i 65.000 lavoratori italiani che si portano ogni giorno verso mansioni e impieghi in Svizzera.

“Non ci sarà nessun problema per i  nostri frontalieri che continueranno ad essere ben accolti e apprezzati in Svizzera – ha affermato il rappresentante della Lega Nord – per loro non cambierà nulla, nonostante qualcuno, per convenienza, sostenga il contrario. I nostri lavoratori sono apprezzati e perfettamente integrati nel sistema economico elvetico e non saranno quindi in alcun modo penalizzati dall’esito del referendum, gli imprenditori svizzeri continueranno a fidarsi di loro e ad assumerli”.

 Crosio, che si è anche soffermato sull’esito della consultazione che ha evidenziato criticità e timori da parte elvetica: “Emerge – ha affermato – un sentimento che sembra pervadere tutta Europa per una situazione divenuta incontrollabile. Non è razzismo, perché la Svizzera non è mai stata xenofoba, è paura. I cittadini temono di perdere la loro identità e guardano con sospetto a un’apertura delle frontiere che ha moltiplicato gli ingressi. È un voto contro l’Unione europea. Siamo sicuri che, proposto in Italia, un referendum simile avrebbe un esito diverso? Chiedono al loro governo di rinegoziare gli accordi perché non possono più accettare gli episodi di dumping salariale, le imprese gestite da stranieri sorte come funghi nelle zone di confine. Il ‘sì’ svizzero che viene dai cittadini è un segnale per l’Europa intera, il sintomo di un’insoddisfazione che non si può più ignorare”.

Entro tre anni il governo federale dovrà rinegoziare gli accordi bilaterali con l’Unione Europea e introdurre il contingentamento dei posti di lavoro per i frontalieri.

morbegnoonline redazione


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Berna: dopo l’oro l’argento, è l’Europeo di Gioele Bertolini

BERNA #sport #Mtb, Ancora una medaglia per Gioele Bertolini, enfant prodige della bicicletta da fuoristrada italiana. L’azzurro, oro due giorni fa in staffetta, dopo la gara di team relay dei Campionati europei cross country in corso di svolgimento a Berna, in Svizzera, oggi ha colto l’argento nella prova Juniores individuale. 

Il giovane valtellinese, 18 anni, pluricampione italiano sia nel cross country, sia nel ciclocross, ha chiuso al secondo posto dietro al tedesco Lukas Baum, che ha vinto l’oro tagliando il traguardo in solitaria. Bronzo al danese Niels Rasmussen.

Bertolini aveva chiuso al 2° posto sul podio sempre tra gli Junior anche la recente prova di Coppa del Mondo, svoltasi nello scorso fine settimana in Val di Sole, Trentino-

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